Perché segnalare abusi – e come farlo
Scrivetemi a andrea.venzon@protonmail.com
In Italia c’è una frase non scritta che ti senti addosso ogni volta che provi a denunciare un’ingiustizia: “Lascia perdere. È sempre stato così.”
È proprio questa rassegnazione collettiva che permette a discriminazioni, corruzione, maltrattamenti e abusi di potere di continuare indisturbati.
Io non ci sto.
E se stai leggendo questo pezzo, probabilmente neanche tu.
Perché segnalare?
Perché un abuso taciuto non resta neutrale: cresce.
Chi discrimina oggi, discriminerà ancora domani.
Chi ruba oggi, ruba più in grande domani.
Chi abusa del proprio potere oggi, domani si sentirà intoccabile.
E perché in Italia chi osa parlare spesso viene ridicolizzato, isolato o soffocato dalla burocrazia.
Proprio per questo serve una comunità che protegga, ascolti e trasformi la rabbia in cambiamento.
Che tipo di abusi puoi segnalare?
Esempi concreti di quello che intendo:
Discriminazioni sul lavoro: essere pagati meno, non essere assunti “perché sei donna”, precari usati e poi scaricati.
Corruzione: mazzette, scambi di favori, raccomandazioni per ottenere diritti fondamentali.
Maltrattamenti e violenze: a scuola, in ospedale, nelle case famiglia, nei luoghi di lavoro.
Abusi delle forze dell’ordine: controlli arbitrari, intimidazioni, uso eccessivo della forza.
Abusi nelle istituzioni: politici o dirigenti che usano potere e denaro pubblico per vantaggi personali.
Casa e affitti: minacce, aumenti illegali, soprusi verso chi non ha alternative.
Sanità e servizi pubblici: favoritismi, liste d’attesa manipolate, discriminazioni.
Gli abusi non vivono nell’ombra: vivono nel silenzio.
Il percorso istituzionale è fondamentale – ma spesso non basta
Lo dico chiaramente: è fondamentale che chi subisce o assiste a un abuso a portare avanti il caso nelle sedi legali o istituzionali competenti.
È la strada giusta, la strada che dovrebbe funzionare in un Paese normale.
Il problema è che, troppo spesso:
le denunce restano inascoltate,
i procedimenti si bloccano,
chi ha potere trova il modo di proteggersi,
chi subisce si ritrova senza difese e senza voce.
Ed è proprio qui che entro in gioco io.
Cosa posso fare io
Non sono un ufficio, non ho uno staff, non ho risorse infinite.
Sono una persona sola.
Ma so fare una cosa: portare l’attenzione pubblica, politica e mediatica su storie che altrimenti verrebbero soffocate.
È quello che ho già fatto e che continuerò a fare.
Non potrò seguire ogni caso - sarebbe disonesto prometterlo -
ma farò tutto il possibile per dare visibilità a chi oggi non ne ha.
Come segnalare
👉 Mandami una mail con quante più informazioni possibili a: andrea.venzon@protonmail.com
Nella mail, se puoi:
Racconta cosa è successo nel modo più chiaro possibile.
Indica dove e quando.
Descrivi chi era coinvolto (nomi, ruoli o identificazioni generiche).
Specifica se ci sono testimoni.
Allegati eventuali prove: foto, video, messaggi, documenti.
Scrivi se ci sono rischi per te nel rendere pubblica la storia (ovviamente io manterrò riservatezza assoluta sulla tua identità)
Non preoccuparti di essere perfetto, non serve scrivere come un avvocato.
Serve solo la verità.
Io leggerò tutto personalmente.
E insieme cercheremo di rompere quel silenzio che permette agli abusi di prosperare.
Proviamoci a cambiare questo paese, una battaglia alla volta. Avanti tutta!


